
Marketing Manager
Qual è stato il tuo percorso fino ad assumere questo ruolo in azienda?
Ho una formazione prevalentemente umanistica, mi sono laureato in Relazioni Internazionali e ho completato un master in marketing. Dopo una prima esperienza a Bruxelles sono entrato in una Onlus dove si facevano progetti per la Somalia: in quel periodo volevo fare qualcosa di utile e quindi mi ero totalmente focalizzato su operazioni umanitarie. In seguito sono tornato in Veneto entrando in North Face e subito dopo cambiando settore abbracciando, quindi, il lighting dove sono rimasto per circa 15 anni, lavorando per brand come Linea Light e L&S. Successivamente sono arrivato in Milani e mi occupo di marketing strategico gestendo fiere, eventi, tutta la comunicazione offline e online e il rapporto con i designer/fornitori.
Cosa ne pensi dei social media all’interno del settore office-contract?
Il settore è abbastanza scarico e trovo che l’approccio e il senso estetico sia ancora troppo maschile e rigoroso. È un mercato in cui c’è bisogno di comunicare la tecnica, l’ergonomia e tutta una serie di aspetti che hanno meno appeal su un determinato pubblico, motivo per cui i numeri sono molto bassi e sono veramente pochi i brand che emergono. È evidente un miglioramento in questi ultimi anni anche perché molte imprese stanno tagliando gli investimenti offline per concentrarsi su quelli online. Un mio grande sogno sarebbe vedere un stop definitivo da parte di tutte le aziende nella stampa di cataloghi, limitare la carta andando verso una totale sostenibilità, anche perché il digital offre ciò che offre la carta e anche di più.
Quale social è più adatto alla vostra realtà e quale meno?
Instagram è quello che Milani cura di più insieme a LinkedIn. Mentre quello che viene usato meno è sicuramente Facebook che segue lo schema adottato su Instagram e viene usato anche per la pubblicazione di contenuti inerenti a eventi locali. Siamo presenti anche su YouTube ma lo usiamo principalmente come canale di output, non c’è una strategia video attiva.
I dati dimostrano che avere un numero di follower basso lede l’immagine del brand, cosa ne pensi?
Secondo me una volta era così. Ora invece penso che ci sia una tendenza nel crescere meno ma di qualità ma chiaramente è soggettivo e varia da azienda in azienda. Vale la stessa cosa per le fiere, è meglio partecipare a una fiera più piccola ma guadagnare anche 100 prospect di valore che presenziare a una fiera di dimensioni maggiori e intercettare dei lead che poi non servono a niente. I follower però aiutano indubbiamente la leva contrattuale in termini di negoziazione e rimangono una metrica che sicuramente gli utenti guardano in rete. Al momento per noi non è prioritaria l’espansione della community ma ci stiamo concentrando di più sulla definizione della mission e della vision aziendale per poi partire con delle fondamenta che siano forti e resistenti.
Hai mai collaborato con professionisti per quanto riguarda la sfera social?
Siamo seguiti da diverse agenzie per progetti differenti come l’immagine coordinata e l’area stampa. Abbiamo esternalizzato la parte delle fiere, dei cataloghi, del sito e tutta la parte di content marketing mentre internamente coordiniamo tutte queste attività insieme alla parte social dove collaboriamo con una professionista esterna. In passato i social erano seguiti da un’unica agenzia esterna che creava sia la parte di copywriting che quella di content e di gestione.
Quali sono i progetti di comunicazione aziendali futuri?
Ci stiamo concentrando sul rafforzare l’immagine coordinata di Milani e stiamo lavorando molto sulla brand identity concentrandoci soprattutto sull’acquisizione delle realizzazioni e quindi dei progetti con i prodotto Milani. Parallelamente a questa operazione abbiamo attivato un progetto Corner sui punti vendita dove andiamo a simulare dei display specifici per ogni store a seconda del suo mercato di riferimento.